La miseria, violazione dei diritti dell’Uomo

Introduzione al rapporto morale 1984 del Movimento internazionale ATD Quarto Mondo

Lottare contro la miseria è lottare con la più evidente violazione dei Doritti dell’Uomo.

La miseria è la più totale e evidente violazione dei diritti umani, perché colpisce l’uomo non solo in un diritto particolare ma nella totalità dei suoi diritti. Per chi rimane analfabeta, privato di istruzione ma anche di informazione, di mezzi di comunicazione e di organizzazione comunitaria e collettiva, la libertà politica del mondo moderno rimane lettera morta. Non solo la libertà politica dell’uomo affamato e schiacciato dalla grande miseria è lettera morta ma il suo essere è ridotto allo stato di dipendenza dell’assistenza altrui. Come dice molto bene la saggezza africana: “L’uomo povero può solo avere l’opinione del padrone la cui mano lo nutre”. Non c’è bisogno di rilevare quanto nell’Europa occidentale i disoccupati cronici, i beneficiari dell’assistenza pubblica di lunga durata hanno poco peso politico: poco importa allora la libertà che viene loro teoricamente riconosciuta.

Quali lezioni si possono trarre da questa realtà in termini di proposte?

Per quanto riguarda l’azione da intraprendere, la mia prima proposta riguarda la riconferma della fonte stessa dei Diritti dell’Uomo. Non esiste un diritto dell’uomo che possa sciogliere tutti gli altri. E’ la natura stessa dell’uomo che fonda l’insieme dei suoi diritti, i suoi diritti sono interdipendenti, legati in modo indissolubile gli uni agli altri, e tutti d’uguale valore. L’esistenza della miseria ce lo ricorda e ci ricorda anche che dal 1948, non siamo mai andati fino al fondo della nostra analisi. Non è forse l’assenza di un’analisi globale fondamentale che ci fa considerare la mancanza di libertà politica, la tortura, le scomparse involontarie e anche l’apartheid come problemi fine a se stessi che potranno essere risolti isolatamente, indipendentemente dalle nostre azioni in favore degli altri diritti della Dichiarazione universale del 1948? In mancanza di un’analisi più approfondita non ci siamo accorti che ci trovavamo davanti a manifestazioni di un male più profondo, un male che consiste nel negare la natura stessa dell’essere umano nella sua globalità: quando un diritto è schernito, tutti i diritti sono scherniti.

E’ questo male fondamentale che rivela la miseria. La miseria non è solo la negazione di questo o quel diritto, ma la negazione dell’intera natura dell’uomo, ossia l’insieme dei suoi diritti sociali, economici, culturali, spirituali e anche naturalmente politici. La mia prima proposta è di riaffermare questo in modo chiaro davanti all’opinione mondiale.

La seconda proposta sarà naturalmente di vegliare affinché la nostra azione per il rispetto dei Diritti dell’Uomo si svolga con la priorità di combattere la miseria, senza peraltro abbandonare le lotte per garantire l’uno o l’altro di questi diritti.

Non scordiamoci mai che un matematico imprigionato o ospedalizzato per le sue opinioni politiche, denuncia una negazione dei diritti che colpisce in modo incisivo ma anche più sottile, il disoccupato cronico costretto a vivere della minestra populare e al quale lo Stato toglie i figli per farli educare in istituti.

Questo matematico denuncia la condizione di tutti i bambini che per la povertà dei loro genitori saranno incanalati nelle vie senza uscita del sistema scolastico e che non apprenderanno mai a leggere, né a calcolare, né impareranno arti manuali o tanto meno le nuove tecnologie.

In conclusione, in questo necessario approccio globale dei Diritti dell’Uomo che ci rivela la miseria, dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che in materia di Diritti dell’Uomo e di democrazia, non vi sono maestri: siamo tutti dei principianti ed abbiamo molto da apprendere e da realizzare. Non vi sono giudici perché abbiamo tutti enormi lacune in merito. L’approccio globale dei Diritti dell’Uomo dal fondo della miseria ci pone tutti allo stesso livello. Oltre tutto quest’approccio globale potrebbe mettere in sordina molte accuse reciproche. Potrebbe demoltiplicare le occasioni per un consenso internazionale e formare le nuove basi per il consolidamento della pace.

Padre Joseph Wresinski, maggio 1985.

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