Perdonare, mi creda, è difficile

In questi tempi di crisi, questo messaggio, scritto nel 1984, è tanto attuale quanto l’appello di Joseph Wresinski alla conclusione della sua raccolta di saggi: “Amici, questi bambini, queste madri, questi coniugi, queste persone di miseria possono contare su di voi domani? (Paroles pour demain, edizione francese, p. 141)

Nei mesi scorsi, all’incrocio di via Cadet con il boulevard Montmartre, a Parigi, delle giovani donne fra i venticinque e i trent’anni frugavano, nei pressi di un mercato, in alcuni cartoni buttati alla rinfusa gli uni sugli altri.

Una di loro tirò fuori due paste mangiate a metà e le fece scivolare furtivamente in una borsa.

Fu subito raggiunta da due bimbetti ai quali diede una delle paste.

Ero talmente sconvolto alla vista di quella scena, che non seppi dire niente!

Rividi quei bambini che nel campo di Noisy-le-Grand, negli anni ’60, cercavano anche loro qualcosa da mangiare nella spazzatura. Mi ricordai di quei ragazzi che vendevano le loro biglie per comperare pane per la festa della madre.

Credevo che non avrei mai più visto cose del genere.

Ora, ecco che una mamma nutriva i suoi due figli con delle paste avariate.

Non avrei mai immaginato di vivere, in quel mese di settembre del 1984, l’incubo di quei quattro bimbi, dagli otto mesi agli otto anni, cacciati da un terreno municipale!

È successo ieri mattina. La loro famiglia vi si era rifugiata lo scorso luglio, sotto una tenda avuta in prestito.

Né il sindaco, né l’assistente sociale, né il prefetto avevano fatto niente per loro. Salvo, naturalmente, dare in affidamento i bambini, in attesa che le cose si sistemassero.

Ma non ci sono soltanto cose tristi, nel Quarto mondo.

Ci sono anche la pace e il perdono, più forti della miseria.

Rivedo, per esempio, quell’uomo incontrato al cimitero lo scorso agosto. Sua figlia di nove anni era stata investita da un’auto sul marciapiede dove camminava. La bambina era morta. .

Dopo il funerale,l’uomo mi confidò: «Lei capisce, avevo voglia di strozzarlo, quel mascalzone che ha ucciso mia figlia!

Ma quando sono arrivato al commissariato e ho visto che la donna che aveva provocato l’incidente era handicappata, non ho saputo dirle niente. Ho pensato che anche per lei era terribile aver ucciso mia figlia. Abbiamo pianto insieme e mi sono detto che bisognava perdonare.

Ma mi creda, padre, è duro!

 

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